Pace fatta: Benzema-Deschamps, l’ultimo capitolo di una storia che ha diviso un Paese
Tutto torna. Anche Benzema in nazionale. Cinque anni e mezzo dopo l’ultima volta, l’attaccante del Real Madrid è stato convocato da Didier Deschamps per gli Europei che inizieranno tra meno di un mese (QUI la lista completa). Pace fatta tra i due: Karim non è più The Dream per i francesi, ma réalité. Sembrava impossibile, ma la guerra fredda è finalmente arrivata alla sua distensione. Ora l’obiettivo è solo uno: trionfare insieme all’Europeo e dare il più bello dei lieti fini a una storia che ha diviso un intero Paese.
SEXTAPE E ACCUSE DI RICATTO: L’INIZIO DELLA STORIA
Riavvolgiamo il nastro. 8 ottobre 2015: all’Allianz Riviera la Francia di Didier Deschamps è in campo per giocare l’amichevole contro l’Armenia. L’eliminazione ai mondiali brasiliani di un anno prima brucia ancora e c’è un Europeo da ospitare e da preparare al meglio. Benzema ha 27 anni, è titolare e segna due gol, il 26° e il 27° della sua carriera in nazionale. Non lo sapeva, ma sarebbero stati gli ultimi in bleus. Qualche giorno prima, nel ritiro di Clairefontaine, Benzema aveva parlato con Valbuena a proposito di un video hot, in cui era presente l’ex Marsiglia, che era finito nelle mani di un suo amico d’infanzia, che minacciava di divulgarlo a meno che lo stesso Valbuena non avesse pagato un importante compenso economico. L’attaccante del Real avrebbe consigliato al compagno come fare perché il video non circolasse, facendo da mediatore. Per Valbuena si trattò di intimidazione, per Benzema fu un semplice consiglio da compagno di squadra: “Gli ho detto che conoscevo qualcuno che avrebbe potuto aiutarlo. Non era nient’altro che un consiglio”, affermerà. Scoppia il caos, e il caso mediatico. Benzema viene accusato di “complicità nel tentativo di ricatto” (il caso è ancora aperto, e si chiuderà il prossimo ottobre, con le sentenze del processo). Dopo pochi giorni da quell'evento, Deschamps esclude entrambi dalle convocazioni per mantenere l’incolumità e la stabilità del gruppo che porterà prima a un passo dalla vittoria all’Europeo di casa nel 2016, e poi sul tetto del mondo due anni dopo. Anche senza Benzema. Per il quale gli spazi sembravano essersi inesorabilmente ridotti, a causa di un comportamento tutt'altro che "esemplare", come dirà Manuel Valls, ex Primo Ministro francese: "Se un politico fosse accusato di complicità nel tentativo di ricatto, di certo non sarebbe più al governo. Quando indossi la maglia della nazionale francese devi essere perfetto, un esempio".
Nonostante le esclusioni in nazionale, Benzema continua a essere uno dei migliori attaccanti in circolazione, porta il Real Madrid verso ogni tipo di conquista e divide il paese. Non smette mai di segnare e di parlare senza peli sulla lingua sul caso… nazionale: “Deschamps non è un razzista, ma ha ceduto a una parte razzista del paese che mi ha voluto fuori a Euro 2016”. Dichiarazioni seguite da atti vandalici nei pressi dell’abitazione del CT, per mano di qualche fan di Benzema, con scritte che etichettavano Deschamps come uno xenofobo: “È inaccettabile. Si è oltrepassati il limite toccando la mia famiglia”, dirà l’allenatore. Sembrava il punto di non ritorno.
NIENTE RANCORE, SOLO IL BENE DELLA FRANCIA: I PRECEDENTI RABIOT E GIGNAC
Ora invece è arrivata la pace quando ormai non se lo sarebbe aspettato quasi più nessuno. Benzema e Deschamps sono di nuovo insieme per il bene della nazionale francese. Per il CT le esclusioni dell’attaccante non sono mai state dovute a scelte personali: a detta di chi lo conosce e lo ha conosciuto, l’ex giocatore della Juventus non ha mai messo davanti i propri rancori al bene collettivo delle sue squadre.
Due esempi su tutti che ne danno la prova: il primo, quello di Adrien Rabiot. Il centrocampista della Juventus era stato escluso per due anni dopo che aveva rifiutato di far parte delle “riserve” della spedizione francese in Russia. Due anni di punizione e poi il ritorno: “Voi lo sapete, io non sono uno che ama prendere decisioni radicali”. E questo Deschamps lo aveva già dimostrato con André-Pierre Gignac, l’attaccante con cui ebbe un’accesissima discussione la mattina dopo un OM-Olympiacos di Champions League nel 2011 (0-1). Un aspro diverbio che ruppe – provvisoriamente – il rapporto tra i due. Un rapporto che poi si è riconciliato proprio in nazionale, con la convocazione nel settembre 2013. Addirittura, nonostante l’espatrio in Messico, Deschamps convocò Gignac anche per gli Europei del 2016. E se quel suo tiro ai supplementari della finale contro il Portogallo fosse entrato in porta, anziché battere sul palo, sarebbe stata la perfetta chiusura del cerchio.
Ora tocca a Benzema. Sei anni dopo, l’enfant de Lyon torna in nazionale. Dissapori e veleni sono ormai alle spalle. Per Deschamps il bene della Francia viene sempre prima di tutto. Per questo lo ha richiamato, per questo è arrivata la pace. Ora tutti insieme verso la conquista dell’Europeo. Non c’è più tempo per prendere pali.