Bellomo, da nuovo Cassano a svincolato di lusso: “Attendo l’occasione giusta”

All’alba della sua carriera lo avevano definito il “nuovo Cassano”. Professione fantasista, classe 1991, radici a Bari Vecchia e primi passi in campo con il biancorosso del Bari addosso, vestito prima di passare da Barletta, Torino, La Spezia, Verona sponda Chievo e Ascoli. L’ultima tappa stagionale a Vicenza, dove5 reti e altrettanti assist in 33 presenze non sono stati sufficienti per firmare la salvezza dei veneti. Ora Bellomo ha voltato pagina e da svincolato di lusso della B attende la chiamata giusta, con Pescara e Ternana all’orizzonte.A gianlucadimarzio.com si racconta alla fine di un allenamento mattutino nella sua città natale.

Nicola Bellomo, a fine luglio non è ancora in ritiro. Non era mai successo?

“E’ la prima volta che mi trovo in queste condizioni: mi alleno da solo, a Bari, con il mio preparatore, e lavoro duramente per farmi trovare pronto alla prossima chiamata: è chiaro che così facendo ti manca il ritmo partita, ma sono molto tranquillo e sono convinto che troverò una sistemazione a breve”.

A Vicenza ha vissuto una stagione strana: ottime prove personali,ma squadra retrocessa a fine stagione. Cosa non è andato?

“Non ha funzionato perché abbiamo avuto tanti problemi dall’inizio del ritiro: se ci aggiungi anche tre cambi di allenatore a stagione in corso, vien fuori un quadro non esaltante. Con tutte le difficoltà che c’erano, abbiamo sfiorato la salvezza per poco. E’ ovvio che la colpa è nostra: quando si perde, si sbaglia, la responsabilità è dei calciatori. Purtroppo in campo non è girata bene e abbiamo pagato anche la presenza di tanti calciatori giovani in rosa all’inizio. Occorre dare spazio ai giovani, ma senza esagerare”.

Ha parlato di giovani: a 26 anni, ti senti pronto a vestire i panni di riferimento emotivo e tecnico in uno spogliatoio?

“Credo sia arrivato il momento di essere leader di uno spogliatoio: sono più maturo, ho una famiglia e capisci tante cose. Sono più pronto di prima: ero giovane e ho sempre sentito addosso le responsabilità, ragionavo più d’istinto. Avere un figlio ti aiuta a capire tante cose e prima di agire ci pensi mille volte. Ora sono cresciuto, in campo e fuori”.

Regista, interno di centrocampo e trequartista: tre versioni dello stesso Bellomo. Lei dove si schiererebbe?

“Sono cresciuto anche dal punto di vista tattico, in particolare nella fase difensiva. Prima correvo poco senza palla, poi giocando da mezz’ala e anche davanti alla difesa con Ventura, sono migliorato tanto”.

Oggi Ventura allena la Nazionale: che effetto le fa?

“Mi fa un effetto strano, penso che mi ha allenato un allenatore che oggi è in Nazionale e ne vado fiero. E’ estremamente preparato e bravo a trasmettere i suoi concetti: è un traguardo che ha meritato”.

Da un Ct azzurro a un altro: lei ha esordito in B con Antonio Conte a Bari, stagione 2008/2009:

“Ho avuto la fortuna anche di conoscerlo, anche se ero giovanissimo ed ero aggregato saltuariamente alla Prima Squadra. Si vedeva già che sarebbe emerso: in campo, nei consigli e nel modo in cui lavora, si capisce che ha tanta fame. Per chi ha avuto una carriera importante come la sua, non è mai semplice. E lo sta confermando anche in Inghilterra al Chelsea”.

Conte è uno che ha rifiutato le etichette: a lei, all’alba della carriera, hanno affibbiato quella di “nuovo Cassano”. Le ha pesato?

“Quando cresci a Bari Vecchia e giochi sulla trequarti può succedere. Spesso basta poco per avere delle etichette. Al primo anno in Serie A ho fatto anche io gol all’Inter. Ho sempre detto che lui è un grandissimo calciatore e io sono un calciatore. Io non ho fatto nulla, però non posso dire che l’etichetta mi sia pesata. Se non ho fatto il salto di qualità, sin qui è solo per miei demeriti”.

Come ha vissuto la scelta di Cassano di salutare il Verona?

“Per quello che ho capito, ha preferito tornare vicino alla famiglia. Lui poteva dare tantissimo al calcio, ha giocato nel Real Madrid e non è da tutti. Poi ha avuto i suoi momenti, che fanno parte del suo carattere, e ha preso questa decisione. Ma non sono certo che con il calcio giocato abbia smesso definitivamente”.

Un solo gol in serie A, con la maglia del Torino. Troppo poco?

“Voglio segnarne altri, non voglio che resti l’unico. La Serie B è una categoria importante, ma punto a tornare in A. Credo che riuscirò a meritare una chance. Sono carico e determinato, se non ci sono ancora arrivato è solo colpa mia. Dall’anno scorso ho azzerato tutto dopo i due anni di infortuni. Aspetto l’occasione e il progetto: non mollo e sono convinto che prima o poi riuscirò a tornare in A”.

E Bari cosa significa per Nicola Bellomo?

“Mi piacerebbe di qui a fine carriera vestire ancora quella maglia, sono di Bari, sono cresciuto a Bari e vivrò a Bari. Sono fiero di essere barese. Mai dire mai”.

Dall’esterno, che idea si è fatto della Serie B 2017/2018?

“Credo che la Serie B di quest’anno sia più competitiva di quella degli altri anni: sono scese squadre come Empoli, Palermo, Pescara, ci sono Bari, Frosinone e altri club importanti, senza dimenticare neopromosse come Parma e Foggia. Sarà una vera A2, mi aspetto un agosto ricco di acquisti”.

E Nicola Bellomo sarà uno dei colpi del prossimo mese?

“Speriamo di sì (ride, ndr)”.

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