Bari fallito, ora il Rivoli in Promozione. Iocolano: “La mia estate surreale”
Non ama Instagram (il suo account ufficiale lo ha creato solo pochi mesi fa dopo un ‘furto d’identità virtuale’), ma le poche foto presenti nel suo profilo lo rappresentano al meglio. Su tutte una, l’ultima, postata lo scorso 20 agosto: un post con immortalata una bicicletta stile retrò con le sue iniziali stampate nel telaio e i pedali pronti per essere azionati. L’istantanea che meglio rappresenta oggi Simone Iocolano. “Sapessi quanta voglia ho di tornare a pedalare…”, ammette lui stesso in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com. Dove per ‘pedalare’ si intende tornare a indossare gli scarpini e scendere in campo inseguendo un pallone: quella che è sempre stata la storia della sua vita, ma che da ormai oltre due mesi è nuovamente un sogno da rincorrere.
“A Bari ci hanno presi in giro”
Bassano, Alessandria, Bari e poi… l’estate surreale. Il fallimento del club, Iocolano che si ritrova svincolato. “E’ stato brutto, è un qualcosa che fa male, che brucia dentro. Pochi mesi fa inseguivamo il sogno Serie A, oggi è tutto finito così, in un attimo”, la delusione è tanta, Iocolano non lo nasconde: “La cosa che forse fa più male di tutte è la presa in giro che abbiamo dovuto subire. Ci dicevano che era tutto a posto, che la situazione si sarebbe presto normalizzata, ci tranquillizzavano, abbiamo anche ricevuto gli stipendi e siamo partiti in ritiro con tantissima voglia”. Poi la doccia fredda: “Finito tutto, club fallito. C’è una cosa che non dimenticherò mai: il viso dei magazzinieri in quel giorno di luglio. Mi piange il cuore solo a ripensarci. Noi giocatori andiamo avanti in qualche modo, ma per loro è stato un colpo durissimo. Qualcuno dovrebbe farsi mille domande su quello che sta accadendo, del perché di tutti questi fallimenti: io penso che l’intero movimento calcio, dalla Serie A in giù, stia morendo. E qualcuno dovrebbe dare risposte e quel qualcuno non siamo di certo noi giocatori”, racconta Iocolano.
“Mi alleno col Rivoli. Il nostro calcio sta morendo”
Metà luglio, la fine del Bari, l’inizio di un incubo per Iocolano. Lui, 160 presenze tra C e B, 21 lo scorso campionato con la maglia biancorossa addosso, si ritrova improvvisamente svincolato a soli 28 anni: “E’ stata un’estate surreale, ma non ho smesso un secondo di allenarmi. Doppio allenamento ogni giorno seguito da un massofisioterapista, sedute di lavoro per farmi trovare pronto per quando arriverà la giusta chiamata. Da qualche settimana mi sto allenando con il Rivoli, la squadra del mio paese che milita nel campionato di Promozione: sono persone stupende, dal presidente all’allenatore ai compagni di squadra. Ritornare a respirare l’aria di uno spogliatoio – qualunque sia la categoria – è fondamentale per non perdere motivazioni”, racconta l’esterno offensivo ormai ex Bari.
“Attendo il giusto progetto”
Svincolato ‘anomalo’ Iocolano, uno a cui le offerte per tornare subito in campo non sono mai mancate e continuano a non mancare: “Diciamo che la mia situazione non è così ‘disperata’, anzi… Ho ricevuto tantissime proposte dalla Serie C, anche quella del Bari in Serie D. Io però adesso voglio aspettare il 7 settembre per capire la situazione legata ai ripescaggi. Non credo che esista la meritocrazia nel calcio, ho sudato tanto per arrivare in Serie B e adesso questa categoria non la voglio mollare così facilmente”. A una condizione però… “Sceglierò una squadra con un progetto vero, la cosa fondamentale. Non sono uno che ama cambiare maglia spesso, mi piace legarmi a un club e crescere insieme: sono alla soglia dei 29 anni, cerco un progetto che mi intrighi, con ambizioni importanti”.
“I colpi di look e i capelli alla Marcelo”
Gli allenamenti con il Rivoli in attesa della giusta chiamata, Iocolano però non ha perso il sorriso nonostante l’estate davvero difficile. “Per i miei capelli a Bari i tifosi mi chiamavano Marcelo, ma sono sempre stato uno estroso anche fuori dal campo. Vuoi un esempio?”, prego… “Ogni tanto tiro fuori uno di quei look da lasciare senza parole chi mi incontra per strada: una scarpa particolare, qualche cappello un po’ così. I capelli poi non permetto a nessuno di sfiorarli: li può ‘toccare’ solo un parrucchiere di Torino, mi affido solo a lui. Amo la diversità, sì”. Sorrisi e battute, nonostante tutto. Guai però a chiedergli di accendere la tv: “No, vedere partite di calcio seduto in un divano mi fa troppo male, non ci riesco. Seguo tutto, leggo tutto, ma non ce la faccio a guardare il calcio in tv dopo quanto accaduto”. Una ferita aperta, che solo il campo potrà rimarginare. Lo stato d’animo di Simone Iocolano oggi è cosi, in standy-by: proprio come quella bici su Instagram. Al momento ferma, ma pronta a tornare a correre più veloce di prima.