"Amo Bari": Luigi De Laurentiis, icona di un sogno chiamato serie B

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"Amo Bari". Due parole, un unico concetto. Masticato a denti stretti per mesi, urlato con gioia al fischio finale di Bari-Carrarese 2-1, sfida che ha mandato i biancorossi di Vincenzo Vivarini in finale playoff di Serie C. La voce è quella di Luigi De Laurentiis, numero 1 del club che in due anni sogna di tornare dalla D e dalle ceneri del fallimento a quella Serie B salutata in una sera di inizio giugno 2018 a Cittadella, dopo un pareggio che sapeva di eliminazione nei quarti di finale playoff.

Dagli spareggi per la A a quelli per la B il passo è stato tutt'altro che breve. Nel mezzo c'è stata una società rinata come SSC Bari, una nuova proprietà, oltre 50 giocatori schierati e due anni di vittorie (tante), sconfitte (sei, coppe incluse), un cambio di allenatore,  una scalata tra i pro e un'altra verso la B che passa per la finale secca sul campo della Reggiana. La griffe è quella della famiglia De Laurentiis: due anni fa, il 31 luglio, c'era papà Aurelio a rilevare il titolo sportivo del club dalle mani del sindaco Decaro, oggi c'è Luigi in prima fila. Da presidente, che ci mette faccia e cuore.

"Siamo in finale, è stupendo, i ragazzi hanno lottato fino all'ultimo" sottolineava De Laurentiis dopo il passaggio del turno contro la Carrarese. Frasi pronunciate dopo aver abbracciato a lungo sua moglie e i più stretti collaboratori in tribuna. Voce di chi a Bari sta vivendo la prima esperienza da guida nel calcio e nel mondo del pallone sta trasferendo tutte le conoscenze acquisite nel settore imprenditoriale, quello cinematografico in primis seguito da  parchi a tema e settore food.

Cercando di fare della fiducia e della continuità le keywords di un Bari ambizioso, ma mai fuori misura: Antenucci ha rappresentato l'investimento oversize, ma intorno al numero 7 sono arrivati tanti giocatori di categoria, con l'innesto invernale di Laribi come ciliegina sulla torta. "Il Bari è la nostra Ferrari, è diventato un  pensiero fisso - è il suo mantra - sono sposato con il territorio ed è stato un bellissimo matrimonio. Ho conosciuto una parte del Paese meravigliosa”.


"Nasco in una famiglia che mi ha insegnato a lottare, soprattutto quando una cosa è tua" raccontava LDL a GianlucaDiMarzio.com a fine maggio, quando i playoff erano ancora un'incognita. Un concetto trasferito a staff e giocatori nelle riunioni tecniche che hanno preceduto le gare contro Ternana e Carrarese: chi c'era assicura che i briefing non hanno superato il minuto, con poche parole e lo sguardo dritto negli occhi di chi lo ascoltava.

Gli stessi che lo hanno festeggiato al coro di "C'è solo un presidente" dopo il 2-1 alla Carrarese. De Laurentiis al centro del cerchio magico dello spogliatoio. Il primo a festeggiare, il primo a soffrire con il Bari e Bari. Che apprezza un Luigi De Laurentiis ma così determinato prima d'ora. Icona di una piazza che vuole "far tremare le gambe di gioia" come dopo la vittoria della Serie D, con 20mila tifosi al San Nicola per la partita contro il Rotonda ad aprile 2019. "Dove voglio trovarmi tra altri 22 mesi? - ci raccontava due mesi fa - a Bari e mi auguro di aver sentito tremare almeno un'altra volta le gambe, per un traguardo simile". Tremori, brivide e lacrime: tutto passa da Reggio Emilia, prossima fermata del Bari e di LDL.

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