Barcellona, da "noia" a "nemico": le parole vietate alla Masia

em>Més que un club, più di una squadra. Questo è il motto del Barcellona, club che da anni fa incetta di trofei. Uno dei suoi segreti è la Masia, nota struttura di formazione del vivaio che accoglie centinaia di giovani talenti destinati al salto in prima squadra. Bambini e ragazzi provenienti da tutto il mondo arrivano a Barcellona per vivere di calcio. Ma non solo, perché nella cantera blaugrana è fondamentale anche l'istruzione: tutti infatti proseguono gli studi, coltivando il sogno di diventare calciatori. 

Una scuola di calcio e di vita che, come riporta As, ha un vero e proprio elenco di parole da evitare perché lontane dai valori del Barcellona.

Clicca su 'Avanti' e scopri l'elenco dei termini proibiti alla Masia.

"Rubare il pallone": la palla non è mai rubata, ma recuperata. Rubare, infatti, implica l'appropriarsi di qualcosa che non ci appartiene. La sfera va quindi recuperata, se non in possesso, perché è nostra. L’hanno presa da noi e dobbiamo recuperarla il prima possibile. Il nostro bene più prezioso è il pallone e vogliamo divertirci giocando.

"Nemico": la squadra avversaria non è mai il nemico,. Meglio definirla un concorrente o rivale. La parola nemico ha un sentimento bellicoso che la Masia rifiuta completamente. Nello sport il Barcellona incoraggia i valori sani. Rivali in campo, ma fuori si può essere amici.

"Ego": egoismo e individualismo sono assolutamente banditi. Il Barcellona è una squadra e mette tutto il talento al servizio del collettivo. Serve essere umili: l’orgoglio e l'arroganza sono contrari ai nostri valori. Più la squadra ti aiuta, più sarai grande.

"Conformismo": al Barcellona non vale un 7 o un 8. Bisogna raggiungere l’eccellenza, almeno un 9. Se al termine di una partita si crede di essere stati bravi, in realtà gli obiettivi non sono stati raggiunti. L’esigenza massima è l'unico modo per vincere le sfide.

"Pensare al contrario": cio che conta è il gioco e il modo di gestirlo in campo. L’avversario ha i suoi trucchi, ma il Barcellona per contrastarlo deve rafforzare la filosofia di gioco. Non si cambierà mai il modello, né verrà adattato alle aratteristiche dell’altra squadra.

"Gioco reattivo": il Barcellona è creativo per antonomasia, è quindi una squadra basata su ciò che è in grado di fare con la palla. Essere creativi significa capire cosa succede in campo e darne un contesto nel gioco. Occorre sapere come muoversi e ordinarsi attraverso il pallone.

"Verticalità": non bisogna cercare cercare la porta avversaria il più presto possibile e ad ogni costo. La filosofia del Barcellona prevede una circolazione dall’esterno all’interno, dalle retrovie a davanti: allargarsi e poi stringere il gioco. La priorità assoluta resta la vicinanza tra le linee: più vicini si è, più è facile tenere e recuperare il pallone.

"Sofferenza": quando il Barcellona non ha la palla, deve recuperarla per giocare e divertirsi. Se non è in possesso, è più facile subire problemi dagli avversari.

"Disordine": è il peggior contesto per il gioco del Barcellona. L'organizzazione dà significato al modo di guardare il calcio: per raggiungere questo ordine sul campo viene stabilita la superiorità numerica in diverse zone del campo.

"Noia": solo divertendosi con il gioco e il pallone è possibile migliorare e raggiungere l’eccellenza.

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