Avellino, è già Capuano revolution
Non chiamatelo personaggio. Ve lo fate nemico per sempre. Questa denominazione cozza, e non poco, con la sua storia familiare, (suo padre e sua madre sono professori, il fratello è un illustre diabetologo, ndr), e con quella professionale. Eziolino Capuano è sicuramente un allenatore originale, fuori dagli stereotipi e spesso anche dalla retorica del calcio che vuole tutti corretti, con un innato senso del fair play e della diplomazia. Capuano non è così: con la sua dialettica di altri tempi non è mai banale e spesso sopra le righe ci va. In dieci giorni ha preso tra le mani l’Avellino e lo ha cambiato, dandogli una nuova identità, regalando una scossa ad un gruppo con poca personalità e autostima. Prima il pareggio per 2-2 con il Bari, poi la vittoria nella notte di Terni, contro una delle corazzate del girone C di Lega Pro, ed ora l’attesa per la Reggina e...regina della classifica, che domenica sarà di scena al Partenio Lombardi. “Non dormirò stanotte per studiarla, – ha detto Capuano nella sala stampa del Liberati - perché come al solito sono un perfezionista e non voglio che nulla mi sfugga”.
Ha festeggiato 600 partite tra i professionisti eppure l’emozione che gli regala quel lupo sulle magliette è speciale. “Stavo per venire già nel 1996, con Sibilia, ma poi non se ne fece più niente. Ora che l’Avellino è finalmente mia non la lascerò più: la stringo tra le braccia come un bambino di pochi mesi. Mi sta regalando le stesse sensazioni del mio primo figlio, assolutamente indescrivibili”. Così come lo ha caricato l’abbraccio di tutta la squadra a fine partita. “Quando tutti i tuoi uomini vengono da te e ti ringraziano non c’è stipendio e premio che tenga. Ha un valore inestimabile”.
Salvatore Di Somma si è beccato pure la contestazione della Curva Sud (non tutta) che a Capuano non ha ancora perdonato quella esultanza eccessiva, anzi saltellante, su un auto, dopo la vittoria con la Juve Stabia, contro l’Avellino, nel 2007. “Ho spiegato tante volte quell’episodio: non ho mai fatto cori contro nessuno – conclude l'allenatore - e su quella macchina mi portarono i tifosi in un momento di esaltazione generale. Ora però penso al lupo e ricompatterò l’ambiente, senza se e senza ma”. Infatti tranne una parte dello zoccolo duro che all’esordio lo ha fischiato e rivolto cori contro, il resto della tifoseria è tutta dalla sua parte. Un bar del centro, la "zeppola d’oro", gli ha persino dedicato un caffe: segno che la Capuano mania è oramai dilagante.
A cura di Titti Festa
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