Il codice Ausilio: "Coutinho, che rimpianto. Modric e Dybala: vi spiego tutto"
Una chiacchierata a tutto tondo, dagli inizi di una carriera da dirigente che non voleva nemmeno intraprendere ai progetti vincenti di Suning. Piero Ausilio, direttore sportivo dell'Inter, si è raccontato ai microfoni di Sky Sport, senza tralasciare niente.
Il sogno Modric...
L'estate nerazzurra si è distinta per i tanti colpi di mercato messi a segno. Da Nainggolan a Keita, passando per Lautaro Martinez e De Vrij. E' mancata la ciliegina sulla torta però, quel Luka Modric solo sognato: "Durante la trattativa per Vrsaljko, i suoi agenti ci proposero questa idea. Mi sembrava strano che dopo Ronaldo il Real potesse privarsi anche di un giocatore come Modric. Non ci credevo, ma non vedevo perché non poter sognare. Ho detto loro di parlarne con il Real, noi sapevamo quali fossero le nostre possibilità. Loro erano convinti di portarci il giocatore da svincolato in base ad una promessa fatta con Florentino, che però poi si è dimostrata non veritiera. Noi non abbiamo mai avanzato un' offerta al giocatore o al club. Se le cose potranno cambiare in futuro? Nel calcio di oggi non si può mai escludere niente".
Coutinho il rammarico più grande. E Dybala...
Tanti nomi trattati in questi anni da Ausilio e i suoi collaboratori. Tanti anche i rimpianti: "Il più grosso? Coutinho in assoluto. Non fu un discorso economico il suo. Ricordo perfettamente quel momento. Dopo la sua cessione, siamo andati a prendere Icardi e Kovacic, quindi non ci è andata poi così male. L'area tecnica lo avrebbe tenuto per 20 anni, ma in quel momento non giocava e lui voleva andare altrove per trovare spazio. Dybala? Siamo stati a casa di Zamparini nel 2015. Ci avessimo creduto di più, sarebbe stato nostro. Detto questo, la nostra offerta era inferiore rispetto a quella della Juve, che in più giocava anche la Champions. Certo, una coppia Icardi-Dybala sarebbe stata intrigante per tutti"
Kovacic il colpo più bello. Mourinho? Non ci facciamo condizionare
"L'acquisto di cui vado più fiero è quello di Kovacic - ha raccontato Ausilio - è uno di quei talenti di cui non puoi non innamorarti. C'è stato il pensiero di riprenderlo, ma mai niente di concreto. Non abbiamo mai avanzato una richiesta formale al Real, ma in futuro chissà. Mou? No, non è un' ombra. Non mi sorprende che sia stato accostato a noi subito dopo l'esonero allo United, viviamo in tempi dove tutto è social. Noi lavoriamo in modo più razionale, non ci facciamo condizionare da niente. Guardiamo solo al progetto tecnico e lavoreremo ancora a lungo con Spalletti"
Zaniolo e Bonucci? Zero rimpianti
Fra i rimpianti di Ausilio non rientrano due prodotti del settore giovanile interista, che stanno trovando o hanno trovato gloria altrove: " Bonucci è stato sacrificato in un'operazione con il Genoa per Milito e Thiago Motta. Se il sacrifio era questo, ben venga per i trofei che sono arrivati dopo grazie a questi due giocatori. Mi auguro che fra qualche anno si possa parlare di Zaniolo alla stessa maniera, perché questo vorrebbe dire che Nainggolan - nel frattempo . ci avrà portato delle coppe".
Suning, Marotta e il mercato: vi dico tutto
"I primi quattro mesi sotto la nuova proprietà cinese sono stati complicati - ha ammesso il ds nerazzurro - ma poi è cambiato tutto molto velocemente. Due mondi così lontani si sono trovati di colpo vicini grazie alla figura del Presidente Zhang, che ha deciso di fare base fissa a Milano. Si è dimostrata presto una persona decisionista, che ha fatto da tramite fra noi e il resto della società. Suning è ambizioso e vuole un'Inter vincente. Tutti noi non ci accontentiamo di un'Inter seconda, terza o quarta. Stiamo lavorando con forza e costanza per avere nuovamente una squadra vincente. Il prossimo mercato sarà caratterizzato dal Fair Play finanziario, ma non dal Settlement Agreement. Non ci saranno acquisti stellari, cercheremo di rafforzarci con giocatori di qualità e - allo stesso tempo - di fare cassa. Marotta? E' un amministratore delegato che ha anche conoscenza dell'area sportiva, cercherò di approfittarne"
Colpo alla Ronaldo? Adesso no, stiamo costruendo le fondamenta
"Bisogna essere onesti: noi non saremmo stati pronti per Cristiano Ronaldo. Non è che dico no ad un campione del genere, perché vorrei avere tutti i migliori calciatori del mondo. Ma ci sono momenti in cui te lo puoi permettere e altri momenti in cui, in modo sincero, devi dire no. Al di là che non ci sia stato proposto, l'Inter non avrebbe potuto sostenere quel tipo di operazione, neppure i 100 milioni e quello che poi è lo stipendio del calciatore. Bisogna essere molto onesti con le persone e dire quello che si può fare. Quello che oggi possiamo dire ai nostri tifosi è che stiamo lavorando duramente per far tornare l'Inter a vincere, il più presto possibile. Stiamo ricostruendo le fondamenta per farlo"
Volevo fare l'allenatore. Mio figlio mi aveva consigliato Kluivert
"Smisi a 18 anni, ma non perché fossi scarso. Di certo non avrei giocato in Serie A, ma tra i professionisti potevo avere delle possibilità. Giocavo nella Pro Sesto, smisi perché mi infortunai gravemente ad un ginocchio a 16 anni. Allora, la prima cosa che pensai fu quella di fare l'allenatore, ma ero troppo giovane e non potevo avere una squadra da solo. Poi il presidente mi disse che avrei potuto fare il dirigente, perché nel calcio in quel momento mancavano figure del genere. Tuttavia io rifiutai perché volevo fare altro, volevo il campo. Ad inizio stagione mi presentai da lui, ma non figuravo tra gli allenatori. Il presidente mi disse: 'O fai il dirigente, oppure vai a casa'. Per orgoglio ho resistito tre mesi a casa, poi mi ripresentai con la promessa di arrivare fino a giugno. Dopo però mi avrebbero dovuto dare una squadra... Da lì, e grazie a Giuseppe Peduzzi, è partito il mio percorso da dirigente". Grande appassionato di calcio, in casa Ausilio, è anche il figlio: "Questa cosa la sanno anche Mino Raiola e anche Monchi. Mio figlio per anni mi ha fatto una testa così per Justin Kluivert. Perché non l'ho preso? Forse perché altri ci hanno creduto di più. Le cose sono due: o è stato più bravo il mio collega della Roma oppure non mi sono fidato di mio figlio! Non saprei, era un giocatore che stimavo, ma in quel momento ho pensato che forse all'Inter non avrebbe avuto lo spazio che merita un giovane come lui. Mio figlio ogni tanto mi segnala qualche giovane ed un paio di nomi che mi ha fatto sono proprio nomi di giocatori che ho in testa. Quindi, meglio non dirli pubblicamente (Ride n.d.r)