Attentato a Manchester, dramma e paura: le confessioni di Guardiola

Era il 22 maggio del 2017 quando un terrorista si fece esplodere alla Manchester Arena, pochi minuti dopo la fine del concerto della cantante statunitense Ariana Grande. Uno degli attentati più sanguinosi della Gran Bretagna che ha causato più di venti morti e sessanta feriti.

E' trascorso più di un anno, ma il ricordo continua a sconvolgere e addolorare anche Pep Guardiola, l'allenatore del Manchester City, che in un'intervista alla rete radiofonica della BBC 5, ha raccontato per la prima volta il suo dramma vissuto durante quell'attentato. Sua moglie e le sue due figlie Valentina e Maria, infatti, erano presenti al concerto della popstar quella tragica sera. "Quando si è verificato l'attacco, ero a casa con mio figlio e la mia famiglia era lì", ha ricordato l'allenatore spagnolo.

"Ad un certo punto mi ha chiamato mia moglie per comunicarmi che era successo qualcosa, ma la telefonata si è interrotta improvvisamente. Abbiamo provato a richiamarla, ma il telefono non funzionava e così siamo andati subito allo stadio e dopo cinque o sei minuti mi ha richiamato mia moglie dicendomi che stavano tornando a casa. Siamo stati molto fortunati, ma tanti altri hanno sofferto".


Google Privacy