Dallo spettacolo alla resistenza: così l’Atlético ha vinto la Liga
L’Atlético di Madrid ha vinto l’undicesima Liga della sua storia, sette anni dopo l’ultima. L’ha vinta come solo l’Atlético poteva fare: con passione, resistenza, sofferenza. Con la solita abitudine a “salire e scendere dalle nuvole”. Ma l’ha fatto anche come nessuno l’avrebbe mai immaginato: reinventando il DNA colchonero; giocando, a tratti, al miglior calcio del campionato, senza compromettere lo sforzo e la solidità difensiva che l’hanno sempre contraddistinto.
Lungo, appassionante, snervante, grazie alle co-protagoniste Real Madrid, Barcellona e Siviglia è stato il campionato spagnolo più combattuto dell’era dei tre punti per vittoria. È stato anche il campionato del “partido a partido”, l’eterna risposta di Simeone a qualsiasi giornalista che gli chiedesse se si vedesse favorito per il titolo: scusate, ma non c’è futuro oltre la prossima partita.
Oggi il futuro è finalmente arrivato e ha portato con sé un trofeo. E proprio perché è stato un campionato fatto di tante, lunghissime finali, per raccontare l’impresa degli uomini del Cholo abbiamo selezionato, tappa dopo tappa, tutti i suoi momenti più significativi.
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27/09/20
Chi ben comincia, è a metà dell’opera. L’Atlético esordisce in campionato con un rotondo 6-1 al Granada, tracciando da subito un solco netto rispetto alla scorsa stagione. L’anno scorso i colchoneros erano arrivati terzi, ma con il sesto attacco della Liga. Quest’anno i gol sono passati da 51 a 67: è stato soprattutto nella rinnovata capacità offensiva che questa squadra ha fatto un salto in avanti. E molto è grazie all’arrivo di Luis Suárez, il predatore che mancava al Cholo e che debutta in questa partita con una rete.
24/10/2020
Qui nasce l’Atlético che il Cholo sognava da anni: è il giorno del 2-0 al Real Betis. Ma non è tanto importante il risultato quanto la lavagna tattica di quella partita. Questo è infatti il primo incontro in cui Simeone plasma il 3-5-2 che lo porterà a seminare la concorrenza e far innamorare i tifosi nella prima parte di stagione. È con questa formazione che il Cholo riesce a coronare il desiderio — inseguito ma mai raggiunto negli ultimi due anni — di dotare il suo Atleti di un gioco bello ed efficace, abituandosi ad avere di più il pallone senza tralasciare la propria solidità difensiva.
I due giocatori chiave per questo cambio di paradigma sono Mario Hermoso, il difensore che trova la sua miglior espressione nel nuovo schieramento a tre, e Luis Suárez, il capocannoniere (21 gol in Liga). Da non tralasciare, però, la stagione stellare di Llorente (12 gol, 11 assist), Carrasco (6 gol e 10 assist per l’insostituibile della fascia sinistra), Koke (capitano, leader e motore della squadra) e Thomas Lemar (rinato nel nuovo sistema).
7/11/20
È la nona giornata e, con la vittoria per 4-0 contro il Cadice, l’Atlético sorpassa la Real Sociedad e trova per la prima volta in stagione il primo posto. Non lo lascerà fino alla fine, aggrappato alla filosofia del “partido a partido” del suo allenatore: sono tutte finali, ma nessuna più della prossima partita.
31/01/21
La Liga passa di nuovo da Cadice: con il 4-2 i colchoneros arrivano a 10 punti da Real Madrid e Barcellona, con una partita ancora da recuperare rispetto le inseguitrici. È il vantaggio più largo che hanno costruito in questa Liga, perché da lì in poi andrà presto ad assottigliarsi. Fra infortuni, tanti casi di Covid in contemporanea e una condizione fisica meno brillante, l’Atlético tornerà a concedere punti nell’incontro successivo (2-2 a Vigo) dopo 8 vittorie di fila in campionato.
20/02/21
L’Atlético subisce la sua seconda sconfitta stagionale (dopo quella del derbi d’andata) nello 0-2 col Levante, che gli aveva già strappato un pareggio tre giorni prima: è ufficialmente crisi. Da qui in poi i rojiblancos inizieranno a soffrire di vertigini, facendosi spesso sopraffare dalla paura di sperperare l’enorme vantaggio conquistato, e il gioco spettacolare della prima metà di stagione si rivede solo a sprazzi.
Nel post partita la stampa gira il dito nella piaga, ma Simeone risponde con la lucidità del profeta: “Credo che, quando uno cerca un obiettivo, la cosa più importante sia il percorso. E il percorso per arrivarvi passa per un sacco di fasi. Non ho nessun dubbio, i campionati, anno dopo anno, sono sempre uguali: momenti, difficoltà, ostacoli. Ma per tutti, non solo per l’Atlético di Madrid. Solo coloro che sono forti in questi momenti di difficoltà sono quelli che hanno più possibilità di arrivare all’obiettivo che hanno in mente”.
L’obiettivo, non dichiarato, di Simeone era la Liga, e alla fine è stata proprio la sua squadra la più forte nelle avversità.
7/03/21
Per l’Atlético è il momento più duro e si trova in una crisi d’identità, diviso fra il bel gioco che l’ha reso grande e l’atteggiamento remissivo, solito del passato, che gli suggerisce la paura. Dopo aver perso male all’andata degli ottavi Champions col Chelsea, però, al Wanda Metropolitano riceve il Real Madrid e mette insieme la miglior prestazione del 2021. Dopo il gol di Suárez, Benzema strapperà un pareggio all’ultimo minuto, ma i colchoneros iniziano a vedere la luce in fondo al tunnel.
29/04/21
“Partido a partido”, sì, ma anche “Milagro a milagro”. Se l’Atlético oggi è campione, bisogna essere onesti, è anche merito di qualche piccolo grande miracolo (come quelli di Oblak) e la mancata decisione delle inseguitrici. Come in questo caso. L’Atlético sembrava aver firmato il proprio suicidio perdendo a Bilbao, ma il Barcellona (autore di un 2021 oltre le aspettative e fresco campione di Copa) perde clamorosamente a Granada, fallendo il sorpasso che avrebbe ammazzato il campionato.
8/05/21
Un altro match point il Barça lo ha anche avuto, ma in questo frangente l’Atlético non ha avuto bisogno di aiuti divini. Lo scontro diretto nel girone di ritorno segna un’altra gara giocata col coltello fra i denti nel momento decisivo per i rojiblancos, che con il loro 0-0 ed il 2-2 fra Real e Siviglia si confermano primi a tre giornate dalla gloria. Va bene il bel gioco, ma mai sfidare il Cholo sulla resistenza, il suo territorio.
16-22/05/21
Dal primo match-point, al trofeo. Con il Barcellona tiratosi fuori, rimanevano solo Atleti e Real Madrid nella corsa, e nella penultima giornata i colchoneros potevano proclamarsi campioni con una vittoria qualora i vicini di casa non avessero ottenuto lo stesso risultato. Tuttavia, l’Atlético rischia addirittura di buttar via il primo posto, riuscendo a completare la rimonta sull’Osasuna solo all’ultimo minuto con un gol di Suárez che è già mitologia per i tifosi. Come la sua esultanza.
L’atto finale è arrivato oggi, con la grande vittoria contro il Valladolid di Ronaldo, condannato dallo stesso Atlético alla retrocessione. Una vittoria meritata, ma anche una sofferenza lunghissima, estenuante per giocatori, allenatore, tifosi. Ma era giusto che fosse così. Come ha detto qualche settimana fa Koke, che oggi vince il suo primo titolo da capitano: “Siamo l’Atleti, se non soffrissimo non saremmo noi”.
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