Ascoli, a ritmo di Serse. Cosmi, il "Combattente": "Brignoli un vero dj. Crozza? Valorizzato più di un calciatore"

Uno, due, tre passi nel Picchio Village - il centro sportivo dell’Ascoli - e già si “sente” la mano di Serse Cosmi. In campo, però, non c’è nessuno. Sono ancora tutti in palestra. Ed è da lì che proviene l’influsso dell’allenatore arrivato poco più di una settimana fa per risollevare le sorti di una squadra che dovrà lottare fino alla fine per la salvezza. Non è la sua voce (unica e inconfondibile) a precederlo, ma la musica. Bassi che pompano e ritmo serrato. La palestra che sembra una discoteca, ma non si balla, anzi. Si lavora. E lavorare con questa musica, però, è molto più facile. “Io poi una palestra ce l’ho anche avuta - racconta a Serse Cosmi a gianlucadimarzio.com - e so bene che starci con la musica sbagliata sarebbe una tortura. Ecco perché quando ci sono io, la scelgo io”. Un primo passo, se si considera che ai tempi del Trapani era opera sua anche la playlist che veniva sparata dalle casse del Provinciale prima delle gare casalinghe. “Di una cosa sono certo: sbaglio qualche formazione e anche qualche sostituzione, ma è impossibile che possa sbagliare musica”. Oggi preferisce quella house, ma ascolta praticamente tutto. “Difficilmente trovo la musica che piace a me, ma la musica mi piace tutta: rock, cantautori italiani e stranieri e negli ultimi 10 anni mi sono appassionato molto alla house”. Ma guai a dirgli che fa il dj. “A casa ho una consolle ma a me piace mettere la musica con gli amici. Mi ritengo un buon selezionatore musicale. I dj sono altri”. Tipo? “Brignoli”. Abbiamo capito bene? “Sì, sì. Proprio lui. L’ho conosciuto a Formentera con Viviano che è stato un mio giocatore, ed è venuto a casa mia a suonare con la mia consolle: ecco Brignoli è un professionista. Può fare sia gol e che il dj. Magari io gli faccio da selezionatore, insieme saremmo una coppia perfetta”. Però, anche se vuol fare il modesto, Serse Cosmi il dj l’ha fatto per davvero. “Al Bananas a Formentera ho messo la musica ad una festa. In realtà è stato un agguato perché dovevo metterla per pochi amici, poi mi sono ritrovato in diretta su una radio di Milano”. Ci pensa, ride e non se vergogna neanche un po’. “La gente del calcio non prevede che un allenatore o un giocatore abbia una vita parallela. E sbaglia. Non si può vivere solo per quello che si fa in campo”.

Ad esempio Cosmi è diventato “famoso” ai tempi del Perugia per quelle interviste colorite che sono state lo spunto per le geniali imitazioni di Maurizio Crozza. “Lo racconto con un pizzico di orgoglio: lui è un talento, ma credo proprio che lui sia uno di quelli che ho valorizzato di più di tanti calciatori”. Ammette con un sorriso. “Poi siamo diventati amici. Mi ha invitato a teatro e ne ho potuto apprezzare ancor di più la genialità. Una volta mi ha raccontato anche di come è nata la mia imitazione: dopo una la mia intervista a Perugia mi videro in tv contemporaneamente lui e quello della Gialappa’s, si telefonarono e senza dirsi nulla avevano già in mente quello sketch. Avevano capito che sarebbe stato il personaggio perfetto”. Ma Crozza non è l’unico ad aver fatto la sua imitazione. “Una volta a Perugia rimasi a bocca aperta. A mia insaputa c’era Ahn, il coreano che fece fuori l’Italia dal Mondiale del 2002, che mi faceva l’imitazione. Incredibile: non parlava l’italiano ma era bravissimo a fare la mia voce”.

E a proposito di sorprese, l’accoglienza da parte dei tifosi dell’Ascoli non è stata da meno. “Tutto al di sopra delle mie aspettative. E questo mi ha dato uno stimolo in più”. Ma sembra proprio che non ne avesse pio così bisogno. “L’Ascoli ha una storia importante, fatta di grandi giocatori e allenatori che sono passati da qui. Dobbiamo mantenere questa categoria per ripartire e pensare in grande, perché pensare in grande vuol dire pensare da Ascoli”. E per immedesimarsi ancora di più ha già iniziato a girare in città per conoscerla al meglio. “Non cambierà la maniera di allenare ma ti aiuta a capire cosa piace alla gente. Non conoscere la città dove alleni è un limite, non una qualità”.

E’ un uomo dal carattere forte, Cosmi. Vuole non per questo vuole essere autorevole ma non autoritario. Si apre con le persone che gli dimostrano affetto. Condivide con tutti le sue passioni. E dietro quell’aspetto da burbero benefico nasconde un rimpianto grande così. “Non aver chiesto un selfie a Santana dopo un suo concerto. Lo ammetto non ho avuto il coraggio”. Ricorda la sua prima panchina come fosse quella di domenica scorsa, e sotto sotto gongola per il pari (amaro) raggiunto dall’Entella all’ultimo minuto al suo esordio in panchina con l’Ascoli. “L’1-1 al primo turno è sempre stato di buon auspicio per il risultato finale”. E nel calcio la scaramanzia non è mai troppa.

Il concerto più bello, Sting e Gil Evans all’Umbra Jazz dell’87, tra i tanti ex giocatori che ora allenano, quello che secondo lui più gli somiglia è Stellone (“Abbiamo caratteri diversi, però so che è molto affezionato a quello che ha vissuto con me perché gli piace il calcio e gli piace la vita”), mentre l’idolo del passato è un mix tra George Best, Ciccio Cordova e Falcao. “Quando posso, voglio sempre un giocatore con quelle caratteristiche. Negli anni ho avuto Liverani, O’Neil e Scozzarella”. A giudicare dalla gavetta che fa fatto, Serse Cosmi è uno a cui non fa paura la fatica. E sarà per questo che quando ha la tv accesa cerca solo una cosa. “Il ciclismo. Da maggio in poi vedo tutte le corse a tappe. Poi porto il nome di Serse Coppi, perché mio padre era un grande appassionato, ma io in bici non ci vado”.

Tempi moderni. In continua lotta con i social. “Una sorta di odi et amo, ma poi ho capito che poteva essere un buon modo per restare in contatto con il mondo dei miei figli. Allora sono sbarcato su Instagram e loro spesso mi riprendono perché non ho la loro stessa mentalità nell’usarli. Ma io sono curioso e penso che la gente voglia vedere che sei lì e stai vivendo la città”.

Intanto la musica dalla palestra non si sente più. I ragazzi dell’Ascoli oramai sono tornati casa. Al Picchio Village è rimasto solo Serse Cosmi che un’ultima canzone la dedica proprio a loro. “Combattente” di Fiorella Mannoia. “Perché ci rappresenta e ci deve rappresentate. Perché la nostra potrebbe sembrare una situazione disperata, ma non lo è affatto”. E allora che la musica continui a suonare.

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