Argentina, Scaloni: "Paredes mi ricorda Pirlo. Di Maria è un giocatore piccante"

Il fiscio d'inizio del Mondiale in Qatar si avvicina sempre di più e l'Argentina è senza ombra di dubbio tra le favorite al titolo. La nazionale albiceleste è campione in carica della Coppa America e guidata da Lionel Messi proverà a vincere anche la Coppa del Mondo. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il C.t. Scaloni ha parlato della sua nazionale.

Argentina, Scaloni: "Non siamo invincibili"

L'Argentina è a una sola partita dal record di 37 partite consecutive senza sconfitte dell'Italia di Mancini: c'è pressione? "E' un numero, nulla di più. Le statistiche sono lì per essere superate e per me non valgono nulla. Stiamo bene ma non siamo certo invincibili, e meno in un Mondiale. Difficile dire come andrà, sarà un Mondiale atipico, senza alcuna preparazione per me come per qualsiasi altro allenatore. Stiamo fronteggiando diversi problemi fisici e ci sono cose legate alla forma che non possiamo controllare".

 

 

Sulla costruzione della squadra ha rivelato: "Volevamo formare un gruppo nel quale poi inserire Messi, attorno al quale abbiamo costruito una squadra con giocatori che pareva difficile unire. De Paul oltre a giocare bene ha un gran fisico, tatticamente è intelligente e in Italia è migliorato molto, da ala è diventato un interno e ne abbiamo approfittato".

"Paredes ha avuto un’evoluzione tattica simile a quella di Pirlo - ha continuato, del quale ha la stessa tecnica: quando ha il campo davanti a lui fa diventare tutto facile, e ha il passaggio verticale che apprezziamo molto. Vogliamo gente col piede buono e uno o due che possano rompere le linee. Peccato aver perso Lo Celso, ma oltre a De Paul e Paredes ci sono Palacios, Enzo Fernandez, Guido Rodriguez e nella categoria dei giocatori piccanti, abbiamo Di Maria, Angel Correa o Julian Alvarez. Più Leo".

 

 

Su Lautaro ha aggiunto: "È stato ed è fondamentale, è un ragazzo prezioso per noi. Ci ha dato tantissimo sia nell’aspetto calcistico, con i gol, che in quello umano. Gli dobbiamo davvero tanto perché si è concesso con tutto se stesso a noi e alla causa: è venuto in nazionale anche quando non era nelle migliori condizioni, voleva venire, voleva esserci. Un esempio".

 

 

 

Chiosa finale su Dybala: "Andare alla Roma è stata una scelta molto intelligente, perché è una città spettacolare e perché pensavo potesse diventare un idolo. Ha trovato un allenatore capace di sfruttarlo al meglio, il cambio mi è piaciuto. Noi c.t. guardiamo come un giocatore s’inserisce in una squadra, e Paulo si è incastrato alla perfezione tanto nella Roma come nella particolarità di Roma. E poi come persona è spettacolare, nel gruppo è fondamentale e gli vogliamo un gran bene".

Google Privacy