È morto Antonio Inoki: chi era l'ex wrestler che fermò Muhammad Ali

Nelle primissime ore (italiane) del mattino di sabato 1° ottobre è arrivata la notizia della morte di Antonio Inoki, storico wrestler giapponese che ha fatto la storia della Mixed Martial Art. I media giapponesi hanno diffuso la notizia citando fonti vicine alla famiglia di Inoki, che si è spento dunque il 30 settembre all'età di 79 anni.

 

 

Ripercorriamo la sua storia, dal trasferimento in Sudamerica fino a oggi, passando anche per quel mitico incontro di lotta con Muhammad Ali del 1976.

La storia di Antonio Inoki

Kanji Inoki, in seguito ribattezzato Antonio, nacque a Yokohama il 20 febbraio 1943, sesto di sette fratelli. All'età di 5 anni perse il padre per un infarto miocardico. Più avanti, poi, la decisione della famiglia di trasferirsi in Brasile, quando Inoki aveva 14 anni.

Da studende, anche dall'altra parte del mondo, Inoki iniziò a praticare attività sportive di vario genere, soprattutto il karate. A 17 anni, incontrò un noto impresario giapponese ex wrestler noto come Rikidōzan (alias di Mitsuhiro Momota) che convinse il giovane ragazzo a lavorare per diventare un lottatore professionista. All'epoca, Antonio Inoki misurava 191cm di altezza e aveva un peso di 110kg, equamente distribuiti fra un fisico statuario e un mento straordinariamente prolungato, che divenne un'icona.

 

 

Lui insieme a un altro wrestler giapponese, Shohei Baba detto "Giant", è considerato l'artefice del successo del wrestling moderno, vista anche la fondazione della lega professionistica a partire nel 1972 e l'avvento della televisione a bordo ring.

Quel pareggio con Muhammad Ali

La popolarità di Antonio Inoki fu cementata, poi, dallo svolgimento di uno storico incontro con il campione di boxe Muhammad Ali, che si svolse il 26 giugno 1976 al Nippon Budokan di Tokyo, che attirò spettatori di tutto il mondo. Gli appassionati definirono l'incontro "La guerra dei mondi".

Un incontro da 15 round complessivi che, alla fine, terminò con un pareggio, dettato dal giudice Kokichi Endo - veterano professionista - che segnò il punteggio di 74-72 per Ali, mentre il giudice di boxe Ko Toyama segnò 72-68 per Inoki, lasciando così il peso della decisione all'artista marziale americano Gene LeBell: per via del 71-71 del giudice di gara, il match finì in pareggio, un esito mai digerito dallo stesso Ali.

 

 

L'ingresso in politica

Antonio Inoki si ritirò dall'attività sportiva ufficialmente nel 1988, mentre l'anno successivo intraprese la carriera politica: fu eletto al Parlamento tra le file del partito "Sport e Pace". L'ex wrestler si distinse per la sua attività diplomatica. Note sono le azioni svolte prima in Iraq nel 1990 per il rilascio di ostaggi giapponesi all'inizio della Guerra del Golfo, poi in Corea del Nord successivamente per gli stessi motivi. Nel luglio 2020 i primi problemi al cuore, che nella serata del 30 settembre si è fermato.

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