Dalla vigna al rapimento: la storia di Andrada che ora sogna l'Italia
Da bambino le mani le usava per vendemmiare e portare qualche soldo a casa. Oggi servono per parare. Esteban Andrada, portiere del Boca Juniors che piace alla Roma, non ha avuto un’infanzia semplice. Nato nel 1991 a San Martín, nella provincia di Mendoza, Esteban era il quarto di sei fratelli e all’età di 16 anni ha dovuto affrontare la perdita del padre, Mario, scomparso in un incidente stradale. Fu lui ad insistere a farlo diventare portiere, mentre Esteban voleva fare l’attaccante. Inoltre, negli scorsi anni è stato vittima anche di un sequestro da parte di alcuni malviventi.
Per mantenere la famiglia ha abbandonato il liceo e ha iniziato a lavorare nei campi. A dare una svolta alla sua vita ci ha pensato Luciano Nicotra, ex calciatore e attuale agente del portiere. Consigliato dal presidente del San Martín de Mendoza, lo fece scendere dal trattore per portarlo a Buenos Aires per un provino col Lanús.
Nelle giovanili del Granate ha conquistato la maglia della nazionale argentina, fino ad essere nominato miglior portiere del Sudamericano Sub20 del 2011. Dopo quelle prestazioni venne convocato dal ct Sabella in nazionale maggiore e suscitò l’interesse anche di PSV e Barcellona, anche se non aveva ancora esordito in Primera División. I catalani lo volevano per il Barcellona B e offrirono 4 milioni per il suo cartellino, ma su consiglio della famiglia e del suo agente preferì restare in Argentina. Oggi il Boca Juniors ne chiede 10 per il 29enne, nonostante una clausola da 25 milioni.
Dopo alcune stagioni da riserva decise di andare in prestito all’Arsenal de Sarandí allenato da Martín Palermo. In quei mesi fu vittima di un rapimento, che costrinse la sua famiglia a sborsare 25mila pesos per pagare il riscatto. Questo episodio lo fece riflettere se lasciare l’Argentina, ma non lo fece. Tornato al Lanús fu protagonista nella vittoria in Supercopa Argentina 2016 contro il River e nella cavalcata fino alla finale di Copa Libertadores persa contro il Grêmio.
Sabandija, ‘verme’ come è stato soprannominato dall’ex compagno e attuale portiere del Porto, Marchesín, nel 2018 fu ad un passo dal trasferimento in Spagna al Villarreal, che poi lo avrebbe girato in prestito al Leganés. Lasciò il Lanùs per il Boca Juniors. Un campionato vinto, ma anche la sconfitta in finale di Libertadores nel Superclásico di Madrid. Nell’edizione successiva, contro il Cruzeiro si infortunò alla mandibola, ma rimase in campo per oltre 20 minuti. Quell’infortunio gli impedì di giocare la Copa América in Brasile con la nazionale di Scaloni, ma entrò nel cuore della tifoseria azúl y oro per aver raggiunto 1128 minuti di imbattibilità, record nella storia del club.
Abile con i piedi come vuole Fonseca, anche se non come il suo idolo Chilavert, al terzo tentativo Andrada potrebbe arrivare finalmente in Europa. Lo farà per competere con i vari Musso, Emiliano Martinez e Marchesín, tutti candidati a difendere la porta albiceleste nella Copa América 2021.
di Mattia Zupo