Amauri: "Arrivare alla Juve è il top, a Palermo i giorni più belli"
Dal sole dell'Italia a quello della Florida, quarantena a Orlando per Amauri, oggi quarantenne e con una bella carriera da raccontare. "Mi ritengo fortunato per quanto ho fatto, ho giocato veramente con grandi campioni" ha dichiarato in diretta Instagram a Casa Di Marzio, il nostro live social con i calciatori.
"Oggi sono in America, nel calcio mi piacerebbe lavorare con i ragazzi, andare a scoprirli, soprattutto i meno fortunati. Mi piacerebbe farlo in Italia, Stati Uniti o Brasile. Sto seguendo mio figlio che è appassionato di calcio, gioca in attacco come me, si vede che è bravo", progetti per un futuro imminente per un attaccante dal grande passato.
Passato che ha condiviso con splendidi giocatori, alcuni anche molto divertenti come Cassano e Maxi Lopez. "Cassano faceva morire dal ridere, Hubner era un animale, fumava ma si allenava benissimo ed è diventato capocannoniere. Maxi Lopez era quello che voleva tagliare i capelli ai giocatori della Primavera, poi mi hanno messo in mezzo e alla fine è passato il messaggio che fossi io".
La consacrazione arrivata a Palermo, una piazza che lo ha amato come nessuno. "Col Palermo un amore indimenticabile, una volta dopo una tripletta sono andato a mangiare a un ristorante e sembrava che ci fosse la gente che era prima allo stadio. Hanno dovuto fare i cordoni per farmi passare, mi sentivo il giocatore più forte al mondo, è stato il giorno più bello della mia vita".
Partite e ricordi indelebili in rosanero, come il 3-2 a Firenze al 90' di testa che continua a ricordare come uno dei momenti più emozionanti. La sua esplosione al Barbera l'ha portato fino alla Juventus, dove dopo un inizio importante ha faticato a emergere per via di un infortunio. "Quando sei alla Juve sei al top, al di là del momento che non era il massimo per la storia della squadra. Sapere di dover andare via al Parma che lottava per la salvezza è stata una sfida difficile da accettare, ma ho fatto di tutto per salvare il Parma e ci siamo riusciti".
Alla Juventus è dovuto tornare più tardi dopo qualche giro in prestito, in tempo per provare a convincere Conte ma non la società che lo aveva già bocciato. "Conte appena arrivato ha parlato con tutti, mi ha detto che sono un attaccante che gli piace, e che dovevo dimostrargli di essere presente per giocare. Ma la società aveva preso la sua decisione e dopo aver fatto il ritiro sono finito fuori rosa".
E così il viaggio alla Fiorentina, dove segnò il gol al Milan che di fatto si rivelò decisivo per dare lo Scudetto del 2012 ai bianconeri. Uno dei momenti più indimenticabili di Amauri, che vive i suoi ricordi sotto il sole della Florida.