"Altro che figli di papà!": la Top 11 dei figli d'arte ancora in attività
Impara l’arte, e poi insegnala a tuo figlio. E i risultati sono incredibili, in diversi casi. Genetico o meno, il talento è innato e che soddisfazione, per un padre, vedere il proprio ragazzo scrivere pagine di storia del calcio. Magari, essere anche superato per fama e successi, col sorriso che rappresenta tutto l’orgoglio di un genitore. Pronto, stavolta, a vivere una vita oltre il campo. A contrastare le difficoltà del figlio e non gli avversari, a parare le sue delusioni e non le conclusioni, ad aiutare un giovane calciatore e non i compagni. Di figli d’arte del passato, che hanno ricevuto la prima educazione calcistica tra le mura di casa, ce ne sono molti. Maldini, Veron, Lampard, Owen: grandi campioni che hanno saputo far propri degli insegnamenti fondamentali, appresi in famiglia. Ma chi sono gli undici migliori discendenti in attività?
A difendere i pali, in questa ideale Top 11, c’è Kasper Schmeichel, campione d’Inghilterra in carica con il suo Leicester. Figlio di Peter, considerato tra i migliori portieri di sempre, che ha vinto tutto con il Manchester United e la Danimarca. In difesa, un’insolita linea a tre composta da: Ignazio Abate, capitano del Milan ma figlio di Beniamino che per tre anni è stato un portiere dell’Inter; Daley Blind, difensore dello United, è nato da Danny, l’attuale c.t. dell’Olanda, che ha diviso la sua carriera tra Sparta Rotterdam e Ajax per un ventennio; infine Bruno Alves, il cui papà Washington ha giocato nei massimi campionati brasiliani e portoghesi.
Il centrocampo è un tripudio di qualità. Prossimo al ritiro, giunto dunque alla sua ultima stagione col Bayern Monaco, Xabi Alonso è figlio di Miguel, ex difensore tra le altre di Real Sociedad e Barcellona. Thiago Alcantara invece rimarrà ai bavaresi; suo padre è Mazinho, al secolo Iomar do Nascimento, passato anche in Serie A con le maglie di Lecce e Fiorentina. A tenere alto il tasso tecnico del reparto, c’è Miralem Pjanic, che non ha avuto un papà famoso, dal momento che giocava nella seconda serie iugoslava. In ultimo c’è James Rodriguez, stella della Colombia di cui è capitano. Il giocatore del Real Madrid è figlio di Wilson, che negli anni Ottanta si è trovato nel giro della nazionale sudamericana.
Tridente da paura, invece, per il reparto avanzato. Lo guida Gonzalo Higuain, figlio di Jorge da cui prende il soprannome: lo chiamavano Pipa, così il discendente inevitabilmente è diventato Pipita. Ancora la Colombia, poi, con Radamel Falcao: nato da Radamel Garcia, che è stato un difensore nel campionato del suo paese; ha voluto dargli il nome dell’ex giocatore della Roma in suo onore, con cui è diventato famoso. Chiude l’undici di partenza Pierre-Emerick Aubameyang, attaccante del Borussia Dortmund e figlio di Pierre, che qualcuno ricorderà con la maglia della Triestina nel 1996.
In panchina, lo Special One: José Mourinho. Ex calciatore e ora allenatore, il padre di Mourinho è Felix, che è stato il portiere del Vitoria Setubal, squadra della città d’origine della famiglia, e del Belenenses. La panchina di questa selezione, inoltre, sarebbe assolutamente di tutto rispetto: Szczesny, Emanuelson, Mikhitarian, De Rossi, Witsel, Sané, Busquets, Fellaini, Chicharito Hernandez, i due fratelli Ayew, Rafinha. Tutti contagiati da questa passione, al punto da voler seguire le stesse orme del proprio genitore. Insomma, altro che figli di papà.