Allegri: "Avevo firmato con il Real, ma quando ha chiamato la Juve non ho avuto dubbi"

Dopo una partenza difficile, e nonostante una pesante eliminazione dalla Champions League, Massimiliano Allegri sta tentando di riportare la Juventus ai livelli nei quali l'aveva lasciata a maggio 2019. In un'intervista esclusiva a GQ, l'allenatore livornese ha parlato, tra le altre cose, proprio del ritorno in bianconero, ma anche dei due anni di inattività e del rifiuto al Real Madrid.

Il rifiuto al Real Madrid per amore della Juventus

Ormai non più leggenda, ma pura cronaca, il rifiuto di Allegri al Real Madrid. Prima di tornare alla Juventus, infatti, l'allenatore avrebbe firmato un accordo proprio con Florentino Perez: "L’ho detto e lo ripeto: quest’anno avevo già firmato un accordo con il Real Madrid. Poi la mattina ho chiamato il presidente e gli ho detto che non sarei andato perché avevo scelto la Juventus. Mi ha ringraziato. Da quando mi ha chiamato la Juventus a maggio non ho avuto nessun dubbio".  

Leggi anche: "Il cuore vince su tutto, perché Allegri rifiutò il Real Madrid: "Mancava solo la firma"

  

Le differenze tra la prima Juventus di Allegri e l'attuale

L'estate del 2021 è stata quella del ritorno di Allegri nei cancelli della Continassa, che aveva lasciato nel 2019 dopo cinque anni e rispettivi scudetti. Sulle differenze tra le due "prime volte", l'allenatore ha detto: "Nel 2014 era tutto diverso; Antonio Conte aveva fatto un gran lavoro insieme alla società, vincendo tre campionati e costruendo una squadra molto forte. Quest’anno è una squadra molto diversa da quella, con molti giovani, con giocatori forti ma con meno esperienza. Il Dna della Juventus consiste nel tornare a vincere ma sapendo soffrire e avendo voglia di lottare sempre".

Leggi anche: Allegri: “Quando abbiamo preso Vlahovic ho chiamato subito Morata per dirgli…”

I due anni senza allenare 

Da maggio 2019 a giugno 2021 Allegri non ha allenato. Si è così risparmiato la "stagione e mezza" di partite a porte chiuse, causa pandemia. "Sono stato benissimo, a parte quando è scoppiato il Covid, come per tutti immagino. Durante il lockdown mi sono rifugiato a casa mia a Livorno. Alla fine questi due anni mi servivano: ne ho fatti diciotto da giocatore e sedici da allenatore senza mai fermarmi"

 

Google Privacy