Allegri festeggia le 405 panchine con la Juve: "Mi ritengo fortunato"

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Massimiliano Allegri ha raggiunto le 405 panchine con la Juventus: in occasione di questo traguardo, il club bianconero ha organizzato una sorpresa per l'allenatore toscano. Allegri, infatti, ha rilasciato un'intervista ai canali ufficiali, ripercorrendo delle tappe importanti della sua avventura a Torino e ricevendo dei messaggi speciali da parte di ex giocatori bianconeri.

 

 

Le parole di Allegri nell'intervista

 

Allegri ha iniziato parlando dei quarti di finale di Champions League del 2017-18 e in particolare della gara di ritorno contro il Real Madrid: "Quella sera entro tranquillo, sapevo che la squadra poteva ribaltare il risultato. Così è stato, ma è mancato l’ultimo pezzettino. Magari avrei dovuto fare una sostituzione prima. I supplementari erano a un passo”.

 

Su Carpi-Juventus del 2015-16: “Ho sempre detto ai ragazzi di dover vincere le partite. L’ho imparato da quando sono arrivato alla Juventus ricordando le parole di Gianluca Vialli. Non è tanto per il pareggio, mi volevano rovinare il Natale”.

 

 

Allegri ha proseguito: “Di solito la formazione degli altri la indoviniamo, speriamo quella degli altri. Ho avuto il piacere e l’onore di allenatori grandi campioni e uomini. Alla fine gli scudetti e le grandi vittorie si ottengono grazie agli uomini. Ogni volta che parlo con loro mi emoziono, hanno fatto la storia della Juventus e della Nazionale. Mi ritengo prima un uomo e poi un allenatore fortunato. Stare a contatto con grandi campioni è un privilegio per pochi”.

 

Su Buffon: “Gigi (Buffon ndr) diceva sempre una frase ‘c’erano partite che non si devono giocare ma vincere’. Da lui ho imparato molto oltre che ammirare il grande portiere che è stato. Per vincere i trofei, si devono vincere il 70-80% delle partite, poi ci sono gli scontri diretti da giocare”.

 

 

L'allenatore ha continuato: “Mi sono battuto tanto. La Juventus ha perso sette finali? No, ne ha giocate nove. Questa è la cosa più importante. Vincere di più sarebbe stato meglio. Quando ricordi e riguardi quei momenti lì, vuol dire aver fatto il massimo. Viviamo e giocare per quegli eventi che ti danno emozioni e adrenaline pazzesche”.

 

Su Danilo: “Danilo è un giocatore con cui sto lavorando. È un ragazzo d’oro. È il leader di questa squadra. È un uomo di spessore e livello molto alto”. E infine su Rabiot: “Quando è arrivato, io sono andato via. È cresciuto molto come persona ed è maturato. L’anno scorso ha fatto un campionato straordinario e si sta ripetendo. È un calciatore straordinario anche all’interno dello spogliatoio”.

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