Piatek: manuale di un inizio sprint

Se chi ben comincia è già a metà dell’opera… i tifosi del Genoa non possono che essere estasiati per Krzysztof Piątek. 12 gol nel pre-campionato, poker al Lecce in 41’ nel primo match ufficiale in Tim Cup – nessuno come lui con la maglia del Grifone a segnare 4 volte in una partita nella competizione - e gol subito all’esordio in Serie A ieri contro l’Empoli. Niente male, anzi: impossibile immaginarsi un avvio migliore. C’è chi è pronto a scommetterci: di Piatek ne sentiremo parlare. Ma attenzione: “Si pronuncia Pióntek!”, parola del suo connazionale Boniek, che per il classe ’95 sembra davvero stravedere. Un po’ come Ballardini: “Ho la sensazione che possa diventare davvero un giocatore importante, ma lo vorrei dire sottovoce”.

Attaccante capace di giocare sia da 9 sia di spostarsi sull’esterno, bravo sia coi piedi sia di testa, Piatek ha già impressionato tutti per qualità e professionalità. Nato in Bassa Slesia nella piccola cittadina di Dzierżoniów dove sono presenti appena due campi da calcio e gli sport più praticati sono il nuoto e le bocce, il neo attaccante del Genoa ha sempre e solo avuto in testa il pallone. Col sogno di emulare i suoi idoli d’infanzia: Zidane e Ronaldo il fenomeno – la prima maglietta acquistata dal piccolo Piatek fu proprio quella del brasiliano – prima, Lewandowski e Kane dopo. E magari un giorno di giocare nell’Arsenal, la squadra che ammira da sempre.

Appena arrivato a Genova dopo un lungo viaggio in auto con la compagna Paulyna, non ha perso tempo e ha cercato subito casa, identificando Corso Italia, a due passi dalla zona Fiera, come luogo ideale dove sistemarsi in vista di una stagione da protagonista. In seguito, rientrato dal ritiro di Neustift, si è prontamente iscritto ad un corso di italiano perché, nonostante una buona conoscenza dell’inglese, ritiene che sia fondamentale conoscere la lingua per ambientarsi più in fretta possibile in un nuovo paese. Ha apprezzato dal primo momento la bellezza e il clima del capoluogo ligure e, tra un allenamento e l’altro, non dice mai di no alla passeggiata di Nervi, con pranzo o cena e spiaggia ai Bagni Medusa.





Nel tempo libero adora guardare anche le serie tv: “Dexter” su tutte ma anche “Narcos” le più seguite. E perché no, dilettarsi nella lettura: l’autobiografia di Luis Suarez il libro preferito di sempre. Ragazzo senza troppo grilli per la testa, Piatek. Col primo stipendio da calciatore si è comprato una Skoda Fabia e un domani sogna un viaggio intorno al mondo che possa durare più tempo possibile. Infine, come rito propiziatorio prima dell’inizio di ogni match, con le cuffie alle orecchie si isola dal mondo per ascoltare “Love yourself” di Justin Bieber e “Trzy Korony”. Sicuramente l’avrà fatto anche ieri prima di sbloccarsi contro l’Empoli, per la gioia del popolo genoano.

Nonostante i tanti apprezzamenti anche da Premier e Bundes, ha scelto immediatamente di sposare la causa della squadra del presidente Preziosi. Innanzitutto perché è stata fin da subito la più convinta nell’investire su di lui, prelevandolo per circa 5 milioni dal Cracovia, dove lo scorso anno ha messo a segno ben 21 gol diventando capocannoniere dell’Ekstraklasa insieme a Carlitos Lopez e guadagnandosi anche la pre convocazione per Russia 2018. Poi, per l’abilità del Genoa di puntare sui giovani, con Pellegri e Simeone come esempi più recenti.

Infine, perché i suoi connazionali in maglia blucerchiata gli hanno parlato benissimo della città. Mentre Kownacki e Bereszyński erano ai Mondiali, Piatek e Linetty si sono sentiti telefonicamente e quest’ultimo ha chiarito, semmai ce ne fosse stato bisogno, tutti i dubbi del neo attaccante genoano riguardanti il calcio italiano. A novembre poi si ritroveranno in campo da avversari nel derby di Genova, l’unica partita per cui i 3 polacchi a disposizione di Giampaolo non faranno certamente il tifo per l’amico. Per quel Piatek partito a razzo in Serie A e che meglio di così proprio non poteva iniziare questa nuova avventura.

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