Ag. Romero: "Brasile-Argentina surreale. La verità sul Cuti"

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Appena 6 minuti di gioco prima di essere ufficialmente sospesa. Un altro capitolo del Superclásico de las Américas che però non rimarrà nella storia per le giocate dei suoi campioni, ma per la decisione delle autorità brasiliane di interrompere la gara in mondovisione. Una scelta discutibile nei tempi e nei modi.

 

 

Tra i giocatori argentini che dopo la partita hanno lasciato il ritiro della propria nazionale c’è anche Cristian Romero. Il difensore del Tottenham nelle prossime ore rientrerà in Europa insieme a Lo Celso, ma era stato protagonista di un grande avvio di gara, prima con un fallo su Militao e poi con un altro intervento su Neymar. “Ha giocato 5 minuti e li ha giocati pure bene, quindi mi aspettavo un partitone ‘alla Romero’. Dispiace che non abbia potuto giocare, ma è stato in ritiro con la nazionale che era ciò che più desiderava. Ha dovuto subire tutto questo stress, in una situazione in cui ha anche la moglie incinta a casa da sola”, così l’agente del Cuti, Ciro Palermo ai microfoni di Gianlucadimarzio.com.

 

 “Mi è sembrata una sceneggiata”

L’agente ci ha raccontato le sensazioni provate quando ha visto quelle immagini: “Sinceramente non mi aspettavo potesse accadere così. Mi è sembrata una sceneggiata, una cosa surreale: vedere che entrano sul campo di gioco delle persone che non fanno parte di nessuna delle due squadre per minacciare di deportare 4 giocatori per me è una novità. Non l’avevo mai vista una cosa del genere. I motivi sono discutibili. Il modo è stato sbagliato nei tempi, perché avrebbero potuto farlo anche prima della partita. Mi è sembrato quasi fatto apposta”.

 

 

Una scena inaspettata, anche se negli ultimi giorni erano arrivate notizie sui controlli dell’Anvisa nell’hotel in cui risiedeva l’Argentina e sul fatto che i giocatori dei club di Premier avrebbero mentito sulla loro provenienza dalla Premier. “Non ne so niente, ma era una situazione che si conosceva, l’Argentina ha chiesto informazioni alla Conmebol e alla Fifa che hanno autorizzato i giocatori a poter giocare. Per gli atleti di elité c’è un protocollo differente, non solo nel calcio ma anche negli altri sport, che prevede che non sia prevista la quarantena in caso di viaggi per giocare competizioni internazionali. Era una gara di qualificazioni al Mondiale, non un’amichevole e Brasile-Argentina è una delle partite più importanti!”.

“Al governo brasiliano non è importata la decisione della FIFA”

Inoltre Romero, Lo Celso, Martinez e Buendìa potrebbero essere multati dai rispettivi club. “Non so se potranno essere sanzionati: sono calciatori, non dico che ci deve essere un atteggiamento preferenziale nei loro confronti per una situazione che stiamo vivendo tutti negli ultimi due anni, ma c’è un protocollo diverso. Per quanto riguarda Romero sono due anni che vive in una bolla, con tamponi ogni due giorni e si è vaccinato, ma non ha visto un ristorante per due anni per rispetto del suo lavoro e di tutti gli altri. In questo non ci vedo nulla di preferenziale: è naturale che ci sia un protocollo diverso. Al governo brasiliano non è importato niente del parere della Fifa e ha deciso che avrebbero dovuto fare 14 giorni di quarantena. Dispiace perché è sembrato un teatrino ed è stato visto da tutto il mondo. Non so cosa succederà, ma non credo andranno incontro a delle sanzioni: sono riusciti a partire tranquillamente per tornare in Argentina nella stessa serata della partita dopo che era stata sospesa”.

 

  

 

C’è stato un compromesso tra club e nazionali. Non credo ci saranno sanzioni”

Ora i quattro argentini salteranno la terza gara contro la Bolivia e sono obbligati ad andare in Croazia dal governo inglese, perché venendo da un Paese in zona rossa devono effettuare la quarantena in un hotel del governo oppure trascorrere 10 giorni in un Paese in zona verde, ed è stata scelta la Croazia perché c’è un centro sportivo che gli permette di allenarsi. “E’ stato un compromesso preso tra club e nazionali per non saltare troppe partite. L’Inghilterra mette dei vincoli abbastanza importanti che danneggiano sia il calciatore che il club. Non penso che ci saranno delle multe e il Tottenham capisce la situazione. Spero che anche la Premier capisca che per un giocatore è molto difficile non rispondere alla convocazione della propria nazionale, soprattutto dopo che ha vinto la Copa América ed essendo queste le prime partite aperte al pubblico”.

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