Bari, Achik insegue Cheddira: “Sogno la chiamata del Marocco. Possiamo andare oltre le difficoltà”
“Nazionale marocchina? Prima era un sogno, ora che sono arrivato in una piazza così importante è un obiettivo. Bisogna farsi trovare pronti”. Di Walid Cheddira a Bari Ismail Achik ha ereditato il numero di maglia, l’11, e l’ambizione. Attraverso le 22 reti realizzate in biancorosso tra campionato e Coppa Italia l’anno scorso il centravanti ha conquistato la partecipazione ai Mondiali e la Serie A con il Frosinone (via Napoli). L’ex Audace Cerignola, 23 anni, non punta allo stesso numero di reti giocando in una zolla di campo differente ma confida nello stesso esito. Il Bari lo ha acquistato per 300mila euro più 150mila di bonus nelle ultime ore di mercato e Achik ha risposto “presente” al salto dalla Serie C alla B. Restando in Puglia e ritrovando in biancorosso Mehdi Dorval. “Per me è un fratello - spiega in conferenza stampa - la nostra amicizia risale a due anni fa a Cerignola in Serie D. Abbiamo vinto il campionato insieme e si è formato un legame forte. Sono contento di averlo ritrovato a Bari, il legame con lui è forte e sincero. Ci scambiamo consigli”.
Ha sempre fatto della fame il suo tratto distintivo, Achik. Sin dai primi calci a Cutro, provincia di Crotone, dove rubava l’occhio ancora minorenne partecipando a tornei estivi in spiaggia. In palio cene, pizze, una birra o soldi. È lì che Giovanbattista Martino, all’epoca giovane direttore sportivo del Rende, lo ha scoperto. Portandolo in squadra, poi girandolo in prestito tra Roccella e Castrovillari (maglia indossata il 17 marzo del 2019 da avversario al San Nicola, in un 3-1 per il Bari nel girone I di Serie D) e poi “suggerendolo” a Elio Di Toro, ds del Cerignola, quando il Rende lo ha svincolato.
“Martino e Di Toro sono state persone fondamentali - ricorda Achik - era un momento particolare per me. Tra Covid e varie situazioni non avevo più squadra. Ho avuto questa possibilità e tutto è partito da Cerignola”. E che percorso: 111 partite, 23 gol, 27 assist. Fattore in Serie D, fattore anche in C. Fino al passaggio al piano superiore. “Il salto di qualità? In B il ritmo è alto e l’intensità di gioco è diversa ma cerco di entrare subito nei meccanismi e mettere a disposizione le mie caratteristiche. È un campionato molto più importante, più tecnico e con una gamba diversa”. A Bari Achik è arrivato con otto mesi di ritardo: già a gennaio il club biancorosso aveva bussato alle porte dell’Audace. “Per il Cerignola era importante che restassi l’anno scorso - racconta - sulle mie tracce c’erano anche altri club di B poi a fine mercato si è riaperta la trattativa con il Bari. Mi hanno richiamato e ho accettato subito”.
Sin qui ha messo insieme 47 minuti, tutti da subentrante. Un fatturato che con l’arrivo in panchina di Pasquale Marino sembra destinato ad aumentare. “È un momento particolare - ammette Achik commentando i risultati di squadra - sto cercando di dare il massimo per farmi trovare pronto. Con il cambio di modulo, essendo un esterno, hai più probabilità di giocare e farti vedere. Dipende tutto dall’allenatore”. Testa solo al rendimento di squadra, con un Bari a secco di vittorie dal 26 agosto e con 11 punti dopo 10 giornate. “La classifica? Siamo tranquilli, ci serve solo sbloccarci con una vittoria. Sappiamo che è un periodo molto particolare, bisogna lavorare e sicuramente ne usciremo fuori. Non può andare sempre male. Dobbiamo essere forti, aiutarci a vicenda e venirne fuori il prima possibile”.