Ter Stegen: "San Paolo stadio speciale"
Ter Stegen dovrà aspettare un po' prima di tornare a tuffarsi per difendere la sua porta dagli attacchi avversari. L'emergenza coronavirus lo costringe a stare in casa, mentre con il Barcellona si discute la situazione legata al taglio degli stipendi (LEGGI QUI le ultime). Meglio parlare di calcio, anche al costo di tornare un po' indietro nel passato. Alla sfida contro il Napoli per esempio, quando l'andata degli ottavi di finale di Champions con gli azzurri è finita 1-1: "Il San Paolo, è vero, non è molto moderno ma ha qualcosa di speciale - ha svelato in esclusiva a El Pais - senti la pressione dei tifosi, giocano un ruolo importante. Mi piace questo genere di gare, come quelle con l'Athletic Bilbao. Quei match in cui giochi davanti a dei tifosi che sostengono tantissimo la propria squadra".
Non conosco i nomi dei giocatori
Fra i "malati" di calcio non c'è sicuramente il portiere del Barcellona, che fuori dal campo preferisce fare altro: "Vedo una partita solo se interessante o se gioca un mio amico - ha ammesso - ho una pessima memoria, a volte mi chiedono il nome di un calciatore e io non so rispondere. In Spagna, per esempio, non conosco i nomi dei miei avversari. Mi limito a vedere i vari video, in cui studio come si muovono e come calciano".
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E se il San Paolo gli è entrato nel cuore, lì già da molto tempo c'è il Camp Nou, la sua casa dall'estate del 2014, quando arrivò dal Borussia M'Gladbach: "E' unico, c'è una mentalità diversa da quella tedesca. In Germania si canta molto di più, mentre i tifosi del Barcellona apprezzano i dettagli. Si emozionano per una giocata, mi piace quando ad esempio cantano il nome di De Jong dopo una sua bella azione individuale". Chiosa finale sull'isolamento di questi giorni: "Sono molto calmo, il calcio non è una priorità. Bisogna stare a casa", ha ribadito.
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