Innocenti torna in campo a 47 anni: "Segnerò un gol in Europa League"
"La passione è la molla che ti spinge a fare sacrifici da piccolo e follie da grande". 47 anni, quasi 400 gol in carriera tra Serie C, D e Eccellenza e una nuova avventura alle porte. Riccardo Innocenti torna in campo: "Ovviamente da protagonista", con la Virtus Acquaviva, club della Repubblica di San Marino. "La mia carriera è stata un'ascensore", racconta a Gianlucadimarzio.com, "dalla quale non ho intenzione di scendere". Carriera infinita, non è il primo a provarci, ma Riccardo ha un nuovo obiettivo: "Segnare un gol in Europa League la prossima estate, perchè sono certo che giocheremo i preliminari". Le ambizioni non mancano, nonostante i nove campionati vinti: due di Serie C2 (Gallipoli e Marcianise), tre di Serie D (Ravenna, Gallipoli e Pro Vasto) quattro di Eccellenza (Real Montecchio, Ravenna, Russi e Alfonsine), oltre a una Coppa Italia di Serie C, sempre a Gallipoli.
ROMAGNOLO DOC: "MA PREFERISCO GLI SPAGHETTI INTEGRALI…AI CAPPELLETTI”
Appena due anni fa l'ennesima promozione, dall'Eccellenza alla D, ancora una volta a suon di gol: “Volevo dare una mano a mio fratello Federico, capitano dell'Alfonsine, vincere un campionato con lui è stato emozionante". A 45 anni l'esordio in Champions League con la maglia del Tre Penne, in Kosovo, contro il Santa Coloma. Cura maniacale del corpo e tanta volontà: "Diciamo che tra un piatto di spaghetti integrali in bianco e uno di cappelletti, pur essendo romagnolo, preferisco gli spaghetti”. Un atleta esemplare e guai a parlare di fine carriera: “Ho iniziato a giocare tardi, adesso sto recuperando il tempo perso”, rivela sorridendo. A 16 anni era nel Ravenna di Del Neri, poi al Baraccalugo, in C2 con Checco Palmieri: “Una delle mie ispirazioni calcistiche". Forza e costanza, oggi più di prima: "Col passare del tempo ho curato meglio l'alimentazione, lo devo soprattutto al mio vecchio allenatore Vincenzo Cosco, scomparso nel 2015 per un male incurabile, è stato lui che mi ha spinto ad investire su me stesso. Mi ha allenato con la Pro Vasto, vincemmo il campionato di D, poi al Val di Sangro in C2 e all'Andria in C1. Mi ha insegnato a curarmi, a mangiare e...a fare la prima punta. Prima ero prevalentemente un esterno”.
UNA CARRIERA TRA I CAMPIONI: "NON HO GIOCATO IN B PER SCELTA"
Capocannoniere in tutti i campionati dalla C1 in giù, senza però mai fare il grande salto: "Ma non ho rimpianti, se non ho mai giocato in B è stato per una mia scelta e non me ne pento". A 34 anni le tre chiamate più importanti, tutte dalla Serie B: il Grosseto di Iaconi, il Cesena di Bisoli, che poi andò in A, e il Crotone di Franco Lerda: "Non mi nascondo, avevo contratti importanti in C, era un altro calcio e ho sempre pensato che gol e emozioni non abbiano categorie". Difficile in una carriera cosi lunga individuare i gol più decisivi: "Li ricordo tutti, sempre importanti". Riccardo fa un'eccezione: "Penso spesso alla mia rete nella prima storica vittoria del Barletta a Foggia, c'era Zeman, in attacco avevano Insigne, Sau e Farias". Una storia che si è incrociata con quella di altri grandi bomber: "Tra i più forti con cui ho giocato ci sono Giorgio Corona e Nacho Castillo, compresi subito che sarebbero arrivati in Serie A".
A 47 ANNI UNA NUOVA VITA, TRA B&B E CAMPI DI CALCIO
"Mi alleno ogni giorno ma trovo anche il tempo per fare il papà, Niccolò gioca a calcio, Rebecca a pallavolo". In giro per l'Italia, tra gol, campionati vinti e investimenti: "Ho degli appartamenti a Gallipoli, faccio attività ricettiva, li acquistai quando giocavo li". Una favola quella dei giallorossi che resterà per sempre nella storia. Dall'Eccellenza alla B, tutto d'un fiato: "E vincemmo pure la Coppa Italia di C, era una squadra fortissima. Quando scendo nel Salento vado sempre a salutare il presidente Vincenzo Barba, ho ancora rapporti anche con l'ex presidente del Taranto Luigi Blasi e l'ex presidente del Ravenna Alessandro Brunelli. Tutte persone fantastiche". C'è ancora tanto da scrivere nella storia del 'Re leone': "Ogni anno penso sia l'ultimo poi capita sempre qualcosa che mi fa cambiare idea". E succederà ancora, finchè avrà fiato, tra spaghetti integrali e ossessione del gol.
A cura di Fabrizio Caianiello